Per l’occasione sono state create circa 2.000 maschere di carta rigida con la stampa della testa di un robot. All’interno di una "zona lavoro", un angolo ludico-ricreativo appositamente allestito, ogni intervenuto è stato invitato a personalizzare e decorare la propria maschera a piacimento, conferendo un’identità individuale al robot standardizzato. Attraverso la forzatura dei ruoli, grazie al passaggio di stato provocato ironicamente dall’azione inter-attiva, lo spettatore diventa autore del momento culturale di cui è protagonista.